giovedì 31 agosto 2017

Tra mare, sole e rifiuti: chiacchiere trapanesi di fine estate. Trapani, da dove ripartirà?

Dopo aver trascorso un periodo agostano a Trapani, anche quest'anno prendo spunto per alcune riflessioni. 


Riflessioni che, per la verità, sono di dominio pubblico.

Il degrado offerto dall'intempestiva raccolta dei rifiuti, specialmente nelle frazioni del litorale trapanese, e una certa dose di maleducazione civica - che ha il suo apice per le vie cittadine in una viabilità urbana "pazzoide" e senza controllo - sono solo la punta dell'iceberg dei problemi trapanesi.

Edilizia bloccata, lavoro giovanile pari a zero, opportunità imprenditoriali o commerciali ridotte all'osso, limitate nel tempo e quasi sempre isolate (e perciò destinate al fallimento)....

Attività culturale evanescente, spesso fine a se stessa o peggio volta a incrementare il consenso dei "soliti noti". A tratti "oscura", per la volontà, quasi piacere, di rimanere nell'ombra. Un vezzo tipicamente siciliano...

Sembrerò scontato ma ricordo sempre che Trapani è, malgrado il mare incantevole e il sole raggiante, al 106° posto della classifica delle città più vivibili d'Italiaal 91° posto della classifica delle province più vivibili d'Italia. Con altre variabili osservate e non sono soltanto il mare e il sole di cui sopra



Certo, amici trapanesi, è sicuramente colpa del Commissario e dei poteri forti, o peggio "occulti"...

Lo Gatto? O Maltese?

Io credo che la città soffra dei mali italici, almeno quanto il resto del Paese.

Io credo che Trapani sia tra le 10 città più belle in Italia. Ed è innegabile che molto di tutto ciò lo si debba al fortunato periodo della Vuitton Cup che ha portato investimenti e notorietà. Al netto dell'inserpentarsi della criminalità, che in un contesto come Trapani e la Sicilia è un fatto tanto ovvio quanto condannabile.

Credo ancora più fortemente che abbia bisogno di maggiore rispetto. In primo luogo dai trapanesi stessi. Quelli che ci vivono tutto l'anno e quelli che - per motivazioni varie - non possono farlo.

E io credo che, oltre il mare, debba imparare a offrire nuove chances, a meno che non ci si voglia accontentare di vivere qualche altro anno sull'onda della "curiosità turistica" e non ritornare - di qui a dieci anni - alla situazione dalla svolta velica (leggasi Vuitton Cup).

Spero in una classe politica cittadina che incarni il desiderio di molti trapanesi di vivere in una città "normale". 

Dove non bisogna "abusare di aspirine" per usare l'auto, dove il desiderio di un giro in bici sia realizzabile senza la paura di venire "asfaltati" anche nell'unica pista ciclabile esistente. Dove le fogne reggano per più di una settimana dopo una riparazione. Dove si possa studiare e provare a realizzare le proprie aspirazioni - anche quelle "meno consuete" del medico o dell'avvocato (e non me ne vogliano i miei amici che esercitano con passione il loro mestiere). Dove si parli di Grande Città perché l'unione fa la forza e il campanilismo logora. Dove fare i rappresentanti comunali significhi spendersi per il bene di tutti e non per quello di un paio di numeri civici adiacenti al proprio! Dove dire che la mafia è una merda non sia un problema! Dove si parli di mafia a scuola ai bambini! Dove oltre a fare le vacanze si possa scegliere di vivere! Bene! Tutti! Quanti più possibile!!!

Amministrare non è facile al giorno d'oggi. Ma serve più coraggio. Servono nuove idee. Abbandonando i "tiatrini" inutili... 

Ecco, così vi saluto...

Terminato lo sfogo, torno a scrivere di calcio, ricordi e "malancunia" varia!

Con il cuore pieno di Trapani. 

Delle sue bellezze e anche delle sue nefandezze.

Ma i sentimenti - come spesso ripeto - non hanno categoria e per me Trapani sarà sempre di serie A.










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